la nostra storia
Le circostanze che portarono alla comparsa della produzione di cappelli nell’Haute Vallée de l’Aude non sono mai state formalmente accertate; tutto ciò che sappiamo al riguardo si basa su una tenace tradizione orale abbastanza fondata, perpetuata fino ai giorni nostri giorno e approvato dai diversi ricercatori che hanno indagato sul glorioso passato di Espéraza.
Innovazione
Nel 1929, l’industria dei cappelli impiegava quasi 3.000 lavoratori nelle 14 fabbriche locali che resero Espéraza famosa in tutti i continenti; la città dei cappelli raggiunse il secondo posto nel mondo per la produzione di cappelli in feltro di lana dopo Monza in Italia con una produzione di 1.400.000 cappelli finiti nel 1949. Purtroppo, un fattore finora sconosciuto, la Moda, porterà l’industria dei cappelli dell’Haute Vallée de l’Aude verso un inesorabile declino: i cappelli si indossano sempre meno o per niente.
Un’avventura degna di un’epopea del West americano
Dal 1765, alcuni cappellai di Bugarach assumono la gestione dei comuni dell’alta valle dell’Aude e in particolare di Espéraza. La nostra città sarebbe stata scelta per la sua posizione privilegiata sulle rive dell’Aude, offrendo così strutture per lavare la lana, una fonte di energia a basso costo e mezzi di comunicazione più convenienti. Fu così a partire dal 1830 e soprattutto nel 1878, con l’arrivo della ferrovia, che l’industria dei cappelli conobbe uno sviluppo significativo a Espéraza. La metà dell’Ottocento segna la fine del periodo artigianale e delle piccole botteghe. L’era industriale e la meccanizzazione di alcune fasi della produzione stanno prendendo il sopravvento sulla produzione dei cappelli.
Collaboration
Sans solution de substitution malgré plusieurs tentatives infructueuses, c’est une véritable catastrophe économique qui s’abat sur la Chapellerie Espérazanaise, minée par les fermetures et les dépôts de bilan.
De cette époque, ne subsiste qu’une petite usine de fabrication « Chapeaux de France » située dans le village voisin de Montazels.
Heureusement, ce savoir-faire traditionnel est conservé grâce au Musée de la Chapellerie crée en 1992.